ABSTRACT INTERVENTI E BIGRAFIE "RICERCA E IMMAGINE ABITATA"





I ricercatori: sette trame
Si propone una rilettura di alcuni dei principali temi in discussione in relazione ai ricercatori ed alla ricerca, osservati attraverso una filigrana letteraria.
Narriamo da sempre delle storie, pertanto finanziamenti alla ricerca, ruolo del ricercatore, lavoro scientifico, mobilità internazionale e così via possono essere raccontati con rigore scientifico come fossero una trama di un romanzo? Le sette trame fondamentali intorno alle quali -estremizzando- si dipanano da sempre tutti gli storytelling possono fare da filo conduttore alla narrazione della ricerca.


Sveva Avveduto: Direttore dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e  le politiche sociali del CNR. Delegata presso l’Ocse, Parigi, per le attività  del Comitato per la politica scientifica e tecnologica è vice-presidente del Group on Reseach Institutons and Human Resources dell’Ocse. E’ stata ed è Responsabile italiana di numerosi Progetti della Commissione Europea nel Sesto e Settimo Programma quadro. Docente nella Scuola di Dottorato, facoltà di sociologia, La Sapienza, Roma. Ha pubblicato diversi volumi ed articoli sia in ambito italiano che internazionale.

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Ricercare lo spazio
Ricercare lo spazio e abitare le immagini. Dopo tanti anni che lavoravo progettando spazi mi sono accorto che stavo lavorando sull’immagine e su una sua idea di verità.
Gli spazi che costruiamo altro non sono se non la rappresentazione, meglio dire la proiezione verso l’esterno del nostro abitare il mondo con tutto quello che facciamo.
Chi fa ricerca, ugualmente, spesso tende a costruire intorno a sé, se non ancora spazi veri e propri, dei dispositivi che costruiscono spazi. Lo hanno fatto Freud, Jung, Warburg e altri ancora. Sono modelli di spazio che rispecchiano modelli di pensiero che si sono costruiti nel tempo.


Fabio Fornasari: Architetto, svolge la propria attività occupandosi di progetti che pongono il mostrare e il raccontare al centro del proprio lavoro: allestimenti museografici, progetti di installazioni. Utilizza da tempo la stampa editoriale per progettare racconti visivi a tema: il tempo, il paesaggio ecc.  Suo l'allestimento della Galleria d'arte Moderna di Milano e il Museo del Novecento presso l'Arengario nella Piazza Duomo di Milano.Alterna la pratica professionale con la didattica presso la  NABA - Nuova Accademia di Belle Arti - di Milano e la Facoltà di Sociologia di dell’Università di Urbino “Carlo Bo”.



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Vivere nello spazio
Ogni missione spaziale richiede una lunga preparazione. Bisogna imparare ad affrontare i pericoli dello spazio, a padroneggiare le complesse apparecchiature dello Space Shuttle e della Stazione Spaziale ma, soprattutto, a lavorare e fare ricerca in un ambiente inospitale. Occorre integrare i singoli astronauti, con varie esperienze e diverse nazionalità, in un unico equipaggio. Quello che conta e' il “team”. Il training serve a costruire la stima e la fiducia tra i membri dell'equipaggio che devono vivere, gomito a gomito, anche in situazione difficili.
Ma l'esperienza di vivere per qualche settimana nello spazio ha aspetti che ripagano ampiamente degli anni di addestramento. Quando si arriva in orbita si è sopraffatti da emozioni diverse.
Senza più il vincolo del peso, si ha una sensazione di libertà mai provata prima. Alto e basso perdono significato. Camminare e stare seduti semplicemente non si applicano a questa nuova realtà, dove il corpo è libero di volare.
Tutto il pianeta si percorre in gran fretta mentre si compie un'orbita in appena 90 minuti, alla fantastica velocità di 28.000 km l'ora. La Terra, vista da lassù, è un'immagine che quasi toglie il respiro. I colori cambiano di continuo anche se domina il blu degli oceani. Quando si torna, quel gioiello turchese incastonato nel nero dello spazio rimane impresso nel cuore. Per questo gli astronauti l'hanno ribattezzato il “pianeta azzurro”.


Umberto Guidoni: Astronauta. Ha effettuato il suo primo volo spaziale a bordo del Columbia che portava in orbita il satellite “a filo” italiano ed un esperimento di microgravita’.  Lanciato il 22 Febbraio, 1996 ed atterrato al Kennedy Space Center (Florida) il 9 Marzo, lo Space Shuttle Columbia  ha completato 251 orbite, percorrendo oltre 10 milioni di km in  377 ore e 40 minuti.
Seconda esperienza nello spazio con l’Endeavour in una delle missioni di assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale Durante la missione, che comprendeva il volo inaugurale del modulo italiano Raffaello e l’istallazione del braccio robotico canadese Canadarm2, ha avuto il privilegio di esser il primo europeo a salire a bordo della SSI.  Lanciato il 19 Aprile, 2001 ed atterrato alla base Edwards (California) il 1 Maggio, lo Space Shuttle Endeavour  ha completato 186 orbite, percorrendo circa 8 milioni di chilometri in  285 ore e 30 minuti.
Nel 1996, riceve la medaglia della NASA per il primo volo orbitale e la nomina di “Commendatore della Repubblica” dal Presidente Luigi Scalfaro. Nel 2001, medaglia della NASA per il secondo volo. E’ nominato “Grande Ufficiale della Repubblica” dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi.Nel 2002 gli viene conferita la medaglia della Nasa per “Exceptional Service” come riconoscimento della sua attività nello spazio. Deputato al  Parlamento Europeo dal 2004 al 2009. Ha pubblicato vari volumi


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La Repubblica delle idee, la solitudine della responsabilità
L'idea è quella di mostrare la peculiare struttura del moderno sapere scientifico, evidenziando regole, dinamiche e apparenti paradossi della ricerca della comunità scientifica quando ancora si chiamava "repubblica delle lettere". In secondo luogo, tratteggiare come questa curiosa "repubblica" non solo produca un pregnante paradigma di libertà, ma anche un profondo senso di responsabilità che pesa su ciascun ricercatore, marcando la sua solitudine davanti a scelte e scommesse.

Stefano Moriggi: E’ storico e filosofo della scienza. Si occupa di teoriae modelli della razionalità, con particolare attenzione al pragmatismo americano e al rapporto tra evoluzione e tecnologia. Già docente nelle università di Brescia, Parma, Milano e presso la European School of Molecular Medicine (SEMM), è membro dell’International School for the Promotion of Science, del Centro de Estudos do Pragmatismo (São Paulo, Brazil) e consulente del Piccolo Teatro di Milano. Tra i suoi volumi si ricordano: Le tre bocche di Cerbero. Il caso di Triora. Le streghe prima di Loudon e Salem,Bompiani, 2004 e (con G. Nicoletti) Perché a tecnologia ci rende umani. La carne nelle sue riscritture sintetiche e digitali, Sironi, 2009. E’ editorialista di Newton.



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La ricerca del vuoto al tempo dell' "Horror vacui"
Parlerò sul magico incombere dell’ illusione da medium; descriverò “il vuoto apparente” facendo riferimento diretto al gioco riflettente che l’architetto Fornasari ha ideato nella cripta del Borromini, in occasione del nostro incontro. Cercherò di tracciare un distinguo tra questo concetto e “il vuoto dell’ “apparire”: vale a dire come, attraverso le moderne macchine divisione, la discriminazione tra reale e irreale sembra gradualmente perdere significato.
Come uno specchio il medium riproduce distorcendo; questo aggiunge difficoltà alla comunicazione del “ricercatore”, nel tempo in cui già soffre del potente anatema emotivo di dover competere con la sovrastante occorrenza lessicale generata dal “motore di ricerca”.
Il metodo è affogato nell’ azzardo; alla ricerca della verità tra le caligini fuorvianti del verosimile, si è sostituita la lussuria per ilfalso, l'artificiale o meglio il posticcio.


Gianluca Nicoletti: Giornalista e scrittore, da una quindicina d’anni, segue e sperimenta di persona le evoluzioni delle protesi emozionali e le conseguenti mutazioni nelle relazioni tra umani sulle sue osservazioni ed esperienze ha pubblicato saggi e romanzi, tra cui si ricordano Golem. Idoli  e televisioni, Rai-Eri, 1999; Amen, Mondadori, 2009. Le vostre miserie, il  mio splendore. La discesa nella seconda vita dell’avatar Bitser Scarfiotti, Mondarori, 2007 e il recente (con S. Moriggi), Perché la tecnologia ci rende umani. La carne nelle sue riscritture sintetiche e digitali, Sironi 2009. Parla quotidianamente alla radio, analizzando il rapporto tra mass media e realtà - un tempo in RAI con Golem ora a Radio24 con Melog 2.0. Scrive su La Stampa, Wired e varie alter testate.